La trasformazione di un territorio in periferia degradata avviene in silenzio, con manovre invisibili che durano anni, poi all’improvviso una notte vi svegliate col frastuono dei TIR che spaccano strade e finestre e vi accorgete che la vostra vita è stata svenduta per il guadagno di qualcun altro.
Se ne sono accorti gli abitanti attorno alla Barberinese col nuovo magazzino Esselunga [1], ce ne accorgeremo col nuovo aeroporto. E se ne accorgeranno quelli che si beccheranno il nuovo interporto di Gonfienti [2]. Se Esselunga ha fatto 31.000 metri quadri di capannoni, a Gonfienti se ne faranno 60.000: la società Interporto (controllata dal Comune di Prato e Regione Toscana) ha già pronta la speculazione edilizia e Campi ci metterà i terreni (qui la mappa: [3]).
E il rumore dei camion? L’inquinamento? Il traffico? Le strade che si spaccheranno più di quanto non siano già? Quello ovviamente è tutto a carico nostro.
Come al solito prometteranno mirabolanti nuove opere viarie e milioni di posti di lavoro; chi ha la memoria del pesce rosso è pregato di fare un semplice esperimento: vada a vedersi le opere di mitigazione contro l’inquinamento promesse dal sindaco di Sesto nel 2008 [3], i “Boschi della Piana” che nessuno ha mai più visto. Ci aveva messo la faccia anche Matteo Renzi, allora presidente della Provincia. Lui ci mette la faccia, noi – come al solito – ci mettiamo qualcos’altro.
[1] https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=997201030294291&id=625880314093033&substory_index=0
[2] http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2015/04/01/news/interporto-60-000-metri-quadrati-di-nuovi-capannoni-1.11158466
[3] http://www.campibisenzio5stelle.it/maps/interporto.html
[4] http://www.comune.sesto-fiorentino.fi.it/Engine/RAServePG.php/P/45591SFI1000/M/25101SFI1000