Cinque anni fa il MoVimento entrò in Consiglio comunale a Campi Bisenzio con due consiglieri. Un’opposizione ferma e costruttiva nell’interesse dei cittadini e del territorio che ha avuto riscontro nel voto del 4 marzo: con 6.196 voti (27%) il MoVimento si è affermato come seconda forza politica cittadina. Purtroppo il 10 giugno il M5S non sarà presente alle amministrative: dove finiranno questi voti? Sono voti che possono fare la differenza: ad esempio per il sindaco uscente Fossi fra vincere al primo turno o perdere al ballottaggio! Quindi l’elettore grillino, se prima era la peggiore specie mai vista sulla terra, ora è il più corteggiato di tutti!
Questo significa che IL VOSTRO VOTO CONTA! E per fortuna il voto È VOSTRO, non di lorsignori (e nemmeno del MoVimento). Usatelo bene, anzitutto ANDANDO A VOTARE!
Il Fossi ha arruolato un pattuglione di quasi 100 candidati giocando la partita su piccoli interessi personali, amicizie, promesse. Ovviamente scommette sul voto che ciascun candidato porterà; una strategia che farà del Palazzo un ristretto giro di amici dove ognuno vorrà la sua parte e gli interessi della comunità saranno tagliati fuori. In caso di forte astensione i voti degli “amici” valgono doppio, molto meno se invece andranno a votare in tanti.
Ci spiace che non potremo votare MoVimento, ma potremo comunque scegliere quello che ci assomiglia di più (o quello che ci schifa di meno). Se il voto al primo turno è importante – anche per le liste minori – all’eventuale ballottaggio sarà addirittura determinante.
A proposito dell’assenza dei 5 Stelle dalla competizione: la causa è la mancata certificazione da parte dello “staff” milanese. Un pasticciaccio che forse si poteva evitare lavorando su due fronti: maggiore partecipazione al Meetup campigiano e migliore comunicazione fra staff e territorio.
Uno smacco da cui il MoVimento trarrà insegnamento, ma che dovrebbe far riflettere anche la parte più attiva della cittadinanza, quella che esprime comitati e associazioni e che spesso si è rivolta al MoVimento per rappresentare le proprie istanze. A furia di voler essere equidistanti dalla politica e interpretare l’azione a senso unico (il cittadino chiede al politico, ma si guarda bene dal prendere posto in uno schieramento) viene il dubbio che tutto sommato va bene se a comandare sono sempre gli stessi. Forse si lotta non per cambiare, ma per un po’ di visibilità; una volta raggiunto il sindaco o l’assessore di turno per una chiacchierata o un selfie, si pensa di aver vinto la battaglia.
È vero che le battaglie si fanno fuori dal Palazzo, ed è da questo che il MoVimento di Campi riparte, ma farà tesoro di ciò che ha imparato in 5 anni. I tre portavoce avvicendati in Consiglio hanno visto da vicino come opera una Amministrazione incapace di pensare ai cittadini, perché impegnata solo a cercare consensi con marketing e mancette. Siamo convinti della necessità che il MoVimento esista ancora, fuori e dentro al Palazzo, perché nessun altro attore politico è oggi adeguato a realizzare il cambiamento necessario.