Lo diciamo da tempo che la politica usa il volontariato per creare consenso elettorale usando i soldi pubblici come merce di scambio, barando coi rimborsi senza spese [1] e sconfinando nel lavoro nero.
Questo ci è costato spesso l’essere malvisti dai volontari che, con vero spirito di servizio, altruismo e senza interesse, prestano la propria opera alla collettività.
Poi capita di leggere sul giornale la parola “volontario” accanto a “ritorno economico” come se fosse una cosa normale (La Nazione 20/02/2016: “Cura del verde, bando per le associazioni” [2]). L’articolo è chiaro: i volontari lavoreranno gratis come sempre, a intascare i soldi saranno le Associazioni con tanto di tariffe al metro quadro.
Il meccanismo consolidato negli anni è senza vergogna, al punto che nelle delibere del Comune capita di leggere di lavoro “volontario” pagato 7 euro l’ora, corredato pure di gioioso confronto con i prezzi di professionisti sul mercato [3]!
Sindaco, ci spieghi come mai se per tagliare l’erba nel mio giardino pago qualcuno senza tasse e contributi si chiama lavoro nero, ma se lo fa il Comune si chiama volontariato?!
Se fossero spiccioli sarebbe cosa da nulla, ma negli ultimi anni si conta quasi un milione di euro elargiti! Perché non si usano questi soldi per creare lavoro vero? E come succede che centinaia di migliaia di euro diventino solo pochi spiccioli di mancia nelle tasche del pensionato volontario?
Io credo che i volontari (quelli veri) dovrebbero ritenersi indignati da questo bando con tanto di “ritorno economico”, che inevitabilmente porta ad accostare l’aggettivo “peloso” [4] alla loro attività.
[1] https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1137310312950028&id=625880314093033
[2] http://www.campibisenzio5stelle.it/wiki/images/f/fb/2016-02-20_la-nazione_verde-bando-associazioni.jpg
[3] http://www.campibisenzio5stelle.it/wiki/images/c/c0/2014-06-24_gc-107_relazione.pdf
[4] https://www.google.it/search?q=modo+di+dire+carit%C3%A0+pelosa