Emergenza #casa a #CampiBisenzio: problemi veri e business
Il Consiglio comunale sull’emergenza abitativa ha avuto due anime: da una parte le persone (tante quelle presenti!) che vivono l’emergenza sulla propria pelle: famiglie sotto sfratto, liste di attesa infinite per gli alloggi popolari, contributi affitto in ritardo, persone senza casa alle quali né i servizi sociali né gli interventi ordinari sanno dare una risposta. Dall’altra parte il mantra ripetuto a più voci dell’edilizia popolare, ben rappresentata in aula da Casa Spa, la società che gestisce il business dell’edilizia ERP per oltre 30 Comuni.
Ha aperto i lavori Luigi Ricci, nella veste di assessore alle politiche sociali (e con un contratto triennale per Casa Spa), seguito da Luca Talluri (presidente di Casa Spa) e Vincenzo Esposito (direttore di Casa Spa). Abbiamo ascoltato i numeri dell’edilizia popolare – circa 550 alloggi a Campi – e ci è stato detto che il nostro Comune è allineato se non migliore degli altri limitrofi.
Hanno preso la parola anche Susanna Meini di Sunia, Vincenzo Simoni di Unione Inquilini e Lorenzo Bargellini del Movimento di Lotta per la Casa, che hanno ben descritto la tragedia. Otre 300 famiglie che chiedono aiuto, una media di tre sfratti con forza pubblica al mese (ma il numero esatto e il calendario è segreto). Si è detto che di fronte a questa emergenza il sindaco ha l’obbligo istituzionale di intervenire, come di fronte a un terremoto. Si è ribadito che le attuali norme che assegnano le risorse spesso sono ingiuste per la realtà del lavoro nero.
Nel nostro intervento abbiamo detto che non è accettabile la latitanza dell’assessore; forse a causa del suo doppio incarico (retribuito con 1.756 euro mensili dal Comune e 1.250 da Casa Spa [1][2]) non trova il tempo per ricevere i cittadini se non con attese di oltre un mese, facendo perfino rimpiangere il vituperato predecessore Mengozzi. Nel più perfetto stile italiano si ignorano i quotidiani segnali di allarme, salvo poi – a tragedia avvenuta – stracciarsi le vesti e invocare misure straordinarie di emergenza. E tutti sappiamo che nell’emergenza i controlli vengono meno e si spalancano le porte a speculazioni e malagestione.
Abbiamo chiesto di tamponare l’emergenza: tagliando poche spese superflue si può facilmente quadruplicare gli interventi di prima emergenza, che pure ci convincono poco per economicità (le soluzioni presso gli affittacamere costano il triplo di un normale affitto!).
Abbiamo chiesto di reperire immobili pubblici non già per matrimoni e congressi (queste le grandi pensate dei CampLab! [3]) bensì per l’emergenza abitativa.
Abbiamo chiesto che le associazioni siano indirizzate su questo problema: non è pensabile che esistano i corsi di ginnastica per anziani, ma se una persona non sa dove dormire una notte trovi tutte le porte chiuse!
Abbiamo chiesto che il Comune si faccia promotore di iniziative tra inquilini e proprietari per sbloccare il patrimonio di 500 e passa alloggi sfitti di proprietà privata. Con quale coraggio si pensa di investire in nuova edilizia mettendo mano a chissà quali fondi, consumando altro territorio e con tempi incompatibili con l’emergenza, quando esiste un patrimonio inutilizzato così vasto?
Purtroppo la conclusione del sindaco è stata deludente: sull’emergenza immediata risposte zero! Per il futuro si andranno a cercare soldi coinvolgendo Regione, Casa Spa Banche e CNA per realizzare interventi in tempi e modi non meglio precisati.
[1] http://www.casaspa.it/azienda/trasparenza/incarichi%20esterni%202°sem.%202013.pdf
[2] http://www.comune.campi-bisenzio.fi.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8321
[3] http://www.comune.campi-bisenzio.fi.it/flex/atti/gm/2014/00010803_08_00174592.pdf