L’ARPAT ha richiesto “provvedimenti urgenti” perché questa estate il puzzo di Case Passerini è stato superiore alla norma e poteva “determinare gli effetti irritativi” che i cittadini hanno fortemente lamentato. Vale la pena leggere le carte [1] e [2] per capire come è andata e in che mani siamo.
1) ARPAT si è mossa su richiesta insistente dei cittadini. Non risulta dai documenti che vi siano state sollecitazioni da parte del Comune di Campi.
2) ARPAT fa un sopralluogo solo all’ESTERNO dell’impianto, si limita a fotografare da lontano le porte che restano aperte. Non fa alcun controllo all’interno, ai biofiltri, ai registri, ecc.
3) La misura del puzzo viene fatta “a naso”, non vi è alcun riscontro strumentale che possa servire a documentare il danno procurato dalle inottemperanze di Alia e la sua entità.
4) ARPAT chiede al gestore dell’impianto di comunicare eventuali anomalie dei biofiltri; in pratica con una bella autocertificazione si sistema tutto. Infatti, mancando riscontri oggettivi, è impossibile contestare alcunché.
Ci hanno sempre detto che le società controllate dagli enti pubblici (in questo caso i Comuni) sono il massimo della garanzia nel fare gli interessi dei cittadini. Ci sfugge in questo caso quale sia stata l’azione di controllo dei sindaci, visto che i cittadini hanno dovuto tutelarsi da soli. Abbiamo anche qualche dubbio sull’efficacia dei controlli di ARPAT, la stessa che infatti ha tolto da Campi la centralina per il controllo della qualità dell’aria.
[1] http://www.campibisenzio5stelle.it/wiki/images/e/eb/2017-09-01_ARPAT_richiesta_provvedimenti.pdf
[2] http://www.campibisenzio5stelle.it/wiki/images/f/f3/2017-09-01_ARPAT_Allegato_fotografico.pdf